Dati alla mano, incidenti del sabato sera diminuiti col Coronavirus. Gli effetti di questa pandemia si fanno notare, in positivo stavolta, e a parlare sono le stime delle registrazioni degli incidenti del sabato sera, comunicate dagli uffici dei più grandi centri cittadini d’Italia.
Con il periodo della chiusura obbligatoria di tutte le attività e dell’attivazione del coprifuoco per le strade delle città italiane, in orari notturni, gli incidenti con automobili, moto e bicilette hanno registrato un calo di almeno il 70%.
Il dato è significativo, se si pensa che il movimento per le strade è comunque rimasto sostenuto, visto che per motivi di lavoro o di salute si poteva circolare. Tanti sono rimasti a casa con lo smartworking, è vero, e altri ci sono rimasti senza più lavoro, ma tanti lavoratori delle cosiddette attività commerciali sono comunque andati a lavorare.
Altra categoria che ha mosso il traffico per le strade cittadine e statali sono stati gli studenti e i loro genitori che hanno visto il passaggio sulle strade, comunque attivo per evitare autobus e quindi possibili contagi in ambienti chiusi, facendosi accompagnare.
Incidenti in moto ridotti in modo significativo, sugli incidenti di tutti gli altri veicoli, il sabato sera
Tutto il ragionamento fatto per le auto, indicato prima, per le moto assume un altro valore. Infatti, da questi dati statistici sull’andamento degli incidenti nello scorso anno 2020, l’incidenza degli incidenti è ancora più ridotta.
Si basti pensare che la moto viene utilizzata per i percorsi su strada da persone giovani e giovanili, che la utilizzano per percorsi sia lunghi che brevi.
In città, quindi, si trovano meno moto e meno auto, e quindi si riduce il rischio di incidenti e di investire pedoni, visto che anche quelli sono diminuiti in giro per le strade. Il dato si amplia di nuovo tra giugno e settembre, quando sono state riaperte le possibilità di viaggiare e la moto è il mezzo ideale per spostarsi, soprattutto con la bella stagione.
L’estate ha causato l’aumento del contagio, la cosiddetta seconda ondata che poi a settembre ha fatto riprendere le misure restrittive sulla circolazione. La nuova chiusura ha fatto, quindi, diminuire nuovamente i morti e i feriti sulle strade.
La fine dell’anno 2020 ha bloccato proprio anche gli spostamenti tra regione e regione, cosa che ha impedito alle moto di vivere momenti critici con gli incidenti mortali.
Si è registrata anche un’attenuazione quest’anno riguardo ai casi più gravi grazie all’aumento dei dispositivi di protezione utilizzati: il consiglio di indossare protezioni come il casco modulare finalmente inizia a prendere sempre più piede. Probabilmente questo incremento è stato influenzato indirettamente dalla campagna a favore della mascherina come dpi, necessaria in moto se si viaggia in coppia.
Divieto di circolazione tra regione e regione
Spesso sono proprio le moto a trovarsi coinvolte in incidenti tra automobili o altri mezzi, in autostrada o sulle strade statali.
Con la diminuzione della circolazione, dovuta al divieto di spostamenti per prevenire e contenere i contagi, è stato mantenuto basso anche il numero di incidenti.
Il blocco della mobilità, in questo modo, ha ridotto la circolazione dei mezzi per quelle strade, le statali o le autostrade, sopra cui si verificano maggiormente incidenti per distrazione, velocità e stato di ubriachezza, in special modo nel fine settimana.
I motivi per circolare, nonostante il divieto, sono legati a ragioni importanti, di cui non si può fare a meno, come salute, lavoro o motivi di urgenza. Ma non sono certo questi i motivi che causano incidenti. I posti di blocco delle forze dell’ordine, si sono trasformati in posti dove le macchine vengono fermate per controllare le autocertificazioni.
Sono sempre meno quei Carabinieri e quei poliziotti che devono essere impiegati per rilevamenti di incidenti o morti sulla strada. Anche a loro è cambiato il lavoro, ed è meglio ora, che non si trovano a dover assistere a scene davvero strazianti.
Niente moto sui circuiti da corsa e niente moto fuori dai locali
La chiusura di luoghi dove svolgere attività fisica, sportiva o in qualsiasi altro luogo per evitare le aggregazioni, ha ulteriormente lasciato in vita, senza rendersene conto, tutte quelle persone che non sono potute uscire e che forse avrebbero perso la vita in moto, sulle strade italiane.
I circuiti dove poter correre su pista, in quanto luoghi di aggregazione per loro natura, sono stati chiusi e come tali è stato vietato l’uso di moto su pista. Anche il blocco delle attività commerciali, con particolare riferimento ai locali pubblici, ha reso un servizio sulle diminuzioni degli incidenti, perché non potendo riversarsi per le strade nei fine settimana, a bere birra o drink fino all’alba, le moto non sono uscite dai parcheggi.
Alcune, poi, proprio in vista dei blocchi, sono state fermate in attesa di tempi migliori, lasciandosi invogliare da quelle compagnie di assicurazione che hanno proposto sospensioni del premio fin quando non si sarebbe ripresa almeno la stagione primaverile, con la speranza che i vaccini possano debellare finalmente e definitivamente questo virus, che ci ha cambiato tutte le abitudini.
Si spera nella ripresa, non tanto per recuperare le brutte abitudini di quegli incoscienti che non rispettavano il codice della strada, non rispettando la vita altrui, ma per riflettere su quello che è stato e su quello che si può fare per tornare a vivere il sabato sera con allegria e di nuovo tutti insieme.